Alieni contro umani nel film fanta-apocalittico diretto da Rupert Wyatt: la recensione di Captive State.

Captive State - Recensione
Captive State – Recensione

Quando tre mesi fa vidi per la prima volta il trailer di Captive State, rimasi subito colpito dalla quantità degli elementi che venivano presentati sullo schermo. Un susseguirsi vorticoso di immagini: dalla fantascienza, al dramma sociale, passando per diverse sequenze d’azione, il tutto condito con una suadente voce femminile, impegnata a diffondere una propaganda politica di sorprendente attualità.

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I casi erano due: o eravamo di fronte ad un piccolo cult pronto a nutrire il famelico immaginario del popolo nerd, o ci trovavamo nuovamente dinnanzi ad un’ottima operazione di marketing, atta a promuovere l’ennesimo film fantascientifico senza capo né coda.

A sorpresa Captive state è riuscito ad andare ben oltre le mie aspettative, regalandomi uno dei migliori film di fantascienza visti negli ultimi anni.

La storia si svolge nella Chicago del 2025. Nove anni prima la Terra ha subito l’occupazione di una misteriosa razza aliena che nel giro di poche settimane, attraverso un’espediente tanto semplice quanto geniale, riesce ad ottenere la resa incondizionata di tutti i governi terrestri. Gli umani sono così costretti a cedere ogni potere governativo e legislativo ai nuovi padroni, tutte le comunicazioni sono sotto controllo alieno e le città sorvolate letteralmente da stormi di droni di sorveglianza pronti a rilevare ogni minimo segnale di insubordinazione.

Tuttavia, non tutti si sono piegati allo strapotere dell’invasore, alcuni gruppi di dissidenti infatti si sono organizzati in vere e proprie cellule rivoluzionarie pronte a riconquistare la libertà perduta.

È in questo contesto che facciamo la conoscenza di Gabriel (Ashton Sanders), un ragazzo che ha perso i genitori durante l’invasione e che è tenuto strettamente sotto sorveglianza dal capo dei servizi segreti William Mulligan (John Goodman). Tanta attenzione è data dal fatto che il ragazzo è il fratello di Rafe (Jhonathan Majors), un’importante membro della ribellione, creduto morto durante un attentato poco tempo prima.

Quelli che vi sto raccontandoo sono solo i primi dieci minuti di una vicenda piena di colpi di scena e cambi di ritmo sorprendenti. Il regista Rupert Wyatt (L’Alba del pianeta delle scimmie, The Gambler, The Escapist) ha confezionato un film tanto di genere, quanto capace di regalarci un’esperienza fuori dai confini della fantascienza. Dramma, suspense, thriller e azione, convivono sempre in un equilibrio perfetto senza mai risultare fuori contesto.

Ma non è tutto, la pellicola non vuole essere solo mero intrattenimento, ma anche proporre una riflessione sui pericoli che corrono oggigiorno le libertà civili e il dissenso all’interno di un sistema autoritario. Una storia di occupazione “aliena” come metafora delle nostre paure, una fantascienza dal gusto retrò che propone una situazione esasperata dove possiamo specchiarci ed immedesimarci come società. Un’ambientazione “realistica” che ricorda la Germania Nazista o L’Unione Sovietica di Stalin. Un dilemma moderno fra l’egoismo opportunista e la necessità di sacrificarsi per il bene comune.

La realizzazione tecnica è di altissimo livello: una colonna sonora dal gusto moderno, sempre puntuale e pronta ad incalzare nei momenti topici. Un design di produzione, già visto ma con un carattere tutto suo che lo rende molto originale e perfettamente funzionale alla storia, una CGI non da urlo, ma sfruttata sempre sapientemente e che non intacca mai la nostra sospensione dell’incredulità. Una menzione speciale va alla scenografia, alla fotografia e alla scelta colorimetrica: in grado di trasmettere la sensazione di un contesto oppressivo, soffocante e senza futuro.

In conclusione, Captive State è un film che consiglio di andare a vedere a scatola chiusa, senza indagare troppo sulla trama, per godersi pienamente i molti colpi di scena che rappresentano il vero motore pulsante della narrazione. 

Si potrebbe affermare che certi passaggi chiave siano un po’ troppo sbrigativi e semplicistici, ma il senso profondo di riflessione che comunica la pellicola, rende inutile qualsiasi puntualizzazione su dettagli che non avrebbero aggiunto niente di significativo al messaggio che intende lasciarci.

Titolo: Captive State
Titolo originale: Captive State
Regia:
Rupert Wyatt
Attori:  John GoodmanAshton SandersJonathan Majors 
Genere: Fantascienza, Post-apocalittico
Durata: 109 minuti
Anno: 2019
Paese: USA

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