Orfani dei Fratelli Coen, arriva dalla Corea un esordio raffinato e magnetico. La recensione in anteprima di Nido di Vipere.

Nido di Vipere (Beasts Clawing at Straws) è l’opera prima di un talentuoso Yong-Hoon Kim, campione di incassi (nell’era post covid) e di critica in patria (Corea del Sud) nel 2020 e distribuito in Italia, grazie a Officine UBU, nel settembre del 2022 e ci mostra un esercizio di (grandissimo) stile, una black comedy pulp di matrice Coeniana ma con quel guizzo registico tipico del cinema Coreano.

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Tratto dal romanzo “Waranimosugaru Kemonotachi” di Keisuke Sone (ho spudoratamente googlato pur di scrivere correttamente titolo e Autore), ha la sua peculiarità di essere un romanzo Nipponico, eppure a quanto pare il nostro regista ne rimane folgorato dalla scrittura accattivante e dagli intrecci di queste vite deraglianti (inevitabilmente verso l’abisso), al punto da contattare l’autore del best-seller e proporre una riduzione cinematografica in un paese così distante per cultura e intenti artistici.

Un predatore non dorme mai sonni tranquilli

Yong-Hoon Kim, autore anche della sceneggiatura, dirige per la sua opera prima un affresco al neon dal forte cuore pul(p)sante, un esempio di cinema Coreano che farebbe impazzire i fratelli Coen, un teatro di marionette prive di scrupoli i cui fili vengono manipolati e spezzati dal solo Dio conosciuto dai protagonisti (parecchi e tutti ben caratterizzati) della vicenda: il Dio Denaro, questa volta giunto in mezzo a noi comuni mortali nelle spoglie di un borsone di marca zeppo di contanti.

La vicenda ruoterà infatti intorno a questa borsa/sacro graal, ricercata da molti e sfuggente quanto un’anguilla dispettosa, carica sì di speranze (malriposte) ma anche del sangue (copioso) di chi vorrà averne la proprietà.

Una piscina zeppa di squali affamati

Il Cast è totalmente in parte e si muove in questi ambienti saturi, colori lividi (come quelli che caratterizzano l’anima e il corpo degli attori) e inquadrature fisse di impattante bellezza; per essere un’opera prima la messa in scena è sontuosa e sicuramente una buona fetta della riuscita la si deve (con)dividere insieme al direttore della fotografia Kim Tae-Sung e al montatore Kim Byung-In (premiati per quest’opera nei loro rispettivi ruoli).

Consigliamo caldamente la visione di Nido di Vipere, ricordando la data del 15 Settembre 2022 e seguendo la distribuzione in sala nei cinema della vostra regione tramite in sito di “Officine UBU”, non solo agli amanti del cinema orientale e Coreano, ma soprattutto a chi vorrà avvicinarsi a tale visione con un prodotto parecchio accattivante e dalle forti ispirazioni del Pulp/Noir Occidentale e (ri)scoprire un genere un po’ abbandonato dai suoi stessi genitori ma ancora desideroso di raccontare storie di ordinaria follia (e degrado etico/morale).

Titolo: Nido di Vipere
Titolo originale: Beasts Clawing at Straws
Regia: Yong Hoon-kim
Attori: Jeon Do-yeon, Jung Woo-sung, Youn Yuh-jung, Bae Seong-woo, Shin Hyun-been, Jung Man-sik, Jin Kyung, Jung Ga-ram
Paese: Corea del Sud
Anno: 2020
Genere: Noir, Pulp, Thriller, Black Comedy
Durata: 108 min.